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Intervista al Writer Neim

Monte isola – Ciclopedonale sul Lago d’Iseo – Jam “LAKE OF GIANTS” – Pisogne – Brescia – Italia – 2016

Neim quando il mondo della Street Art è diventato il tuo mondo? come hai iniziato?

Non saprei dire quando il mondo della Street Art è diventato il mio mondo, però posso dire che ho preso in mano il primo spray all’età di 16 anni e che come tanti altri, non ho più smesso! Ma diciamo che è solo nel 2010, all’età di 21 anni che ho iniziato a pensare che potesse diventare un vero e proprio lavoro.

Poi va beh, parlando di Street Art è un termine che non mi definisce molto, perché non mi piace etichettarmi, non riesco a definirmi in una sola cosa che sia Street Artist, Writer o Urban artist in generale, se proprio devo direi “un illustratore che utilizza anche gli sprays” ; in ogni caso l’arte ha sempre fatto parte della mia vita, arrivo infatti da una famiglia di scultori del legno. Poi gli spray sono il mio strumento preferito, ma mi piace anche molto dipingere ad olio e acrilici vari, insomma sperimentare nuove tecniche per non restare troppo intrappolato in uno stile e spesso quindi in un’etichetta.

Come prepari un pezzo su un muro ? prediligi il cartaceo o il digitale per i bozzetti ? o hai un altro approccio? ci racconti del tuo processo creativo?

Allora prima di tutto dietro ad ogni lavoro richiesto, c’è una ricerca sia a livello di composizione che di contenuto, questo è importante soprattutto con i brand e con le aziende.
Dipende poi da che lavoro si tratta, utilizzo sia il cartaceo che il digitale per i bozzetti dipende un po’ dal contesto, per esempio se mi trovo all’estero o comunque sono in giro utilizzo il digitale perché è più veloce mentre invece se ho più tempo allora utilizzo il cartaceo. Ultimamente uso tanto il digitale con l’iPad, prima però ovviamente usavo solo il cartaceo con i suoi pro e i suoi contro.

Tendenzialmente sketcho per una mia personale ricerca artistico-stilistica, poi quando sono in murata magari rivisito uno sketch che avevo fatto in passato. 
Quando invece abbiamo poco tempo o dipingo con altri artisti, va da sé che vado in freestyle, però ecco se posso scegliere, andrei sempre in freestyle.

Per quanto riguarda il processo creativo, in fase di traccia utilizzo sia spray che pennelli attaccati ad un’asta, soprattutto quando devo tracciare cose grosse. Poi, se ho la tinta rullo riempio con un mezzo tono e poi finisco i dettagli con gli sprays. 

“Tendenzialmente sketcho per una mia personale ricerca artistico-stilistica, poi quando sono in murata magari rivisito uno sketch che avevo fatto in passato.”

Neim

Quando il luogo e il contesto dove rappresenti le tue opere influenza la tua creatività e di conseguenza la preparazione del lavoro che andrai a creare?

Ecco questa è una domanda da fare proprio a uno Street Artist, scherzo! Naturalmente il contesto, il luogo influenzano le mie opere, è anche per questo motivo che nella mia ricerca stilistica artistica sono inclusi anche i viaggi che a volte faccio per dipingere, altri per piacere ma poi finisco sempre a dipingere, quindi non so più se viaggio per dipingere o se dipingo per viaggiare, in ogni caso per me è importante vedere posti nuovi, contesti nuovi, spazi nuovi, e stili nuovi che mi contaminano nella mia ricerca.

Anche perché quando sei in giro è importante più che guardarsi dentro guardarsi intorno e lasciare che quello che vedi sia fonte di ispirazione! Poi va beh…ti accorgi di essere stato contaminato molto tempo dopo aver fatto l’opera. Ciononostante,  dipingere in giro spesso va a discapito della creatività e della qualità del lavoro. 
Inoltre in ogni viaggio, porto con me un mini sketch book, dove illustro un soggetto totalmente ispirato al luogo in cui sono e lo fotografo inserito in quel contesto. 

Che ricordi hai del tuo primo pezzo? quanto sei cambiato artisticamente nel tempo?

Allora… noi veniamo da un posto chiamato Valle Camonica, a 50 chilometri da Brescia eD almeno fino a quattro anni fa non c’erano nemmeno gli spray “professionali”. Quindi, il mio primo pezzo l’ho fatto con i classici spray da ferramenta, avevo un blu, un rosa, un azzurro e un bianco… ed ovviamente quello che ho fatto era illeggibile!

A quel tempo, le persone che dipingevano nell’arco di 50 chilometri le contavi su una mano, infatti ho dipinto per molto tempo da solo, adesso invece anche grazie a noi (Art of Sool) le cose un po’ sono cambiate, almeno gli sprays ora li puoi trovare anche in Valle Camonica.

Come tanti, ho iniziato facendo lettering, ero talmente affascinato dalle lettere che ogni volta che andavo a dipingere cambiavo nome e stile, ora però facendolo di lavoro se facessi solo lettering non potrei dipingere così tanto. Poi ci sono sempre alti e bassi, per esempio nel 2012 ho avuto una specie di crisi creativa, per superarla ho recuperato un pacco di disegni che avevo fatto da bambino, e lì ho ritrovato me stesso, perchè avevo paura di perdermi in uno stile che non era mio ed ha funzionato credo, o perlomeno mi sono ripreso. In ogni caso per quanto riguarda oggi, prediligo sviluppare character, ma il lettering fa comunque parte di un buon 30% del mio lavoro.

“Come tanti, ho iniziato facendo lettering, ero talmente affascinato dalle lettere che ogni volta che andavo a dipingere cambiavo nome e stile, ora però facendolo di lavoro se facessi solo lettering non potrei dipingere così tanto.”

NEIM

Ci parli di Art of Sool e di come è nata la collaborazione con gli altri due membri del team?

Questa è una storia che inizia più di 10 anni fa. Io e Clod arrivavamo da anni diversi e classi diverse dello stesso liceo artistico, inoltre sempre noi 2 abbiamo lavorato come decoratori, per cinque anni in un’accademia. A quel tempo abbiamo fatto il nostro primo pezzo insieme, per quanto riguarda Mark, lui era già amico d’infanzia di Clod, quindi ci siamo ritrovati tutti e tre a vivere insieme a Brescia mentre frequentavamo l’Accademia Laba (graphics ,design and multimedia). 
Correva l’anno 2010 e qui è nata Art of Sool!

La prima opera AOS l’abbiamo fatta in casa, sul muro con dei marker, abbiamo visto che poteva funzionare e abbiamo deciso di provarci. La prima cosa è stata ricercare lo stile a tre mani AOS, all’inizio l’idea era quella di creare un brand di streetwear, poi però abbiamo scelto di prendere una piega più artistica al fine di toccare vari campi creativi. Per esempio il graphic design, lo studiavamo già in accademia, partendo da lì poi abbiamo iniziato a fare grafiche ma anche graffiti, tele, custom, illustrazioni e tattoo sempre in stile AOS.

Abbiamo iniziato a fare varie cose, i primi story board , sia per spot pubblicitari che per film, successivamente abbiamo iniziato a lavorare con brand internazionali (Yamaha, Pampers, Dolly Noire, Vans, Dolce & Gabbana, Warsteiner, Comix, Clipper, Red Bull, Adidas, Deliveroo, Superga etc ) che volevano il nostro stile sul loro prodotto, dopodiché anche grazie all’aiuto di altri artisti più affermati, ci siamo inseriti anche nel mondo delle Jam e degli eventi di Street Art.

Tutt’ora ci occupiamo sia di progetti personali che di progetti AOS, ma il marchio riconoscibile AOS resta lo stesso anche se evolve continuamente in nuove composizioni, ambiti, tecniche e contesti differenti. 
Da qui in poi il resto è venuto da sè e ci ha portati fino a dove siamo ora, ovvero a riuscire a vivere di quello che creiamo. 

L’arte contemporanea nel tempo sta cominciando a raggiungere una importanza rilevante anche in Italia, cosa pensi manchi al pubblico italiano per raggiungere la mole di interesse che in altri Stati anche europei é consolidata? Una maggiore informazione? Maggiore visibilità? Più eventi oltre quelli già presenti o altro? 

Allora… sì come in tutte le cose ci vuole tempo, e piano piano anche in Italia si sta arrivando ad un consolidamento dell’arte contemporanea in generale. Credo che questo dipenda, prima di tutto dal contesto culturale, l’Italia è molto diversa culturalmente per esempio dagli USA quindi è normale che ci voglia ancora più tempo per l’Italia per accogliere a pieno questa nuova forma artistica.

Poi si, ci vorrebbero più eventi, più visibilità etc però il problema è che è difficile fare ciò in un contesto che non è ancora pronto. Ciononostante i graffiti e la street art hanno fatto passi da gigante in Italia, sia per quanto riguarda l’apprezzamento del pubblico, sia per quanto riguarda gli artisti stessi, che sempre più ricercano un loro stile e puntano a migliorarsi con conseguenza di una migliore produttività e qualità artistica in generale.

Cosa consiglieresti a chi ha vena artistica, per esprimere al meglio il proprio potenziale? Chiaramente é soggettivo, ma tu cosa suggeriresti di fare e di non fare?

Allora per prima cosa fare! Soprattutto conta ciò che decidi di fare nel tuo tempo libero, e da non fare copiare, cioè soprattutto all’inizio può essere d’aiuto ispirarsi agli altri artisti, anch’io l’ho fatto ma con copiare intendo imparare la tecnica dei grandi maestri e plasmarla su di te. Per me infatti in un artista sono importanti la creatività, l’originalità e la riconoscibilità, fondamentali nel mondo di oggi dove sei in contatto h 24 con tutto il mondo. Naturalmente poi senza dimenticare il motivo per cui lo si sta facendo, che sia per comunicare qualcosa, per lavoro, per passione o per divertimento eccetera.

Anche se sembra scontato però bisogna crederci, nel senso non mollare e non dare attenzione a quello che pensa la gente, fare ,senza aspettative e disegnare il più possibile, andare in giro e far vedere quello che fai, difenderlo e rispettarlo…
Questo fa tutto parte della ricerca stilistica personale che secondo me ogni artista dovrebbe fare.


Grazie a Neim per la disponibilità nel raccontarci la sua esperienza artistica.



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