Lucia cosa ti ha avvicinato per la prima volta alla pittura e quando? Ci racconti il tuo percorso artistico.
Il mio percorso artistico comincia da bambina, amavo disegnare, era il mio modo per esprimermi e confrontarmi con il mondo, ero una bambina solitaria ed ancora oggi amo il silenzio e la solitudine. Ho cominciato ad esporre a tredici anni, poi a diciotto mi sono ritrovata a partecipare a varie mostre nazionali, dove gli artisti venivano selezionati e ho vinto, negli anni, diversi premi.
Ho sempre desiderato essere Artista fin da piccola, non so perché, ma per me era una certezza. Negli anni ci sono stati momenti in cui ho dovuto mettere la mia Arte in secondo piano, per poi decidere nel 2012 di farne la mia vita; ho lasciato ogni certezza e mi sono lanciata, ed eccomi qui.
Ci puoi illustrare il tuo processo creativo? Come nascono le tue opere? Quale è il tuo approccio solitamente?
Di solito il mio processo creativo è molto mentale, uso la mente come una sorta di schermo, su questo schermo ragiono su forme , figure, posizioni, colori. Non realizzo molti schizzi dei miei lavori definitivi proprio perché arrivo davanti alla tela con un’idea abbastanza precisa di ciò che voglio creare. Una volta creata la base a livello di disegno, comincio a dipingere con un ordine tutto mio, avendo una pittura molto particolare nel rilevare forme e luci, il dipinto su tela poi è sempre un divenire può cambiare dall’idea originale, proprio in corso d’opera.
I soggetti dei tuoi lavori, hanno sempre una connotazione non solo artistica ma anche culturale e sociale. Dove trai ispirazione per conferire questi aspetti alle tue opere?
Sì hai ragione tra i miei soggetti e la realtà culturale e sociale c’è sempre una grande connessione. Oggi più che mai sono diventata, inconsapevolmente, un’artista che non esiste senza significati. L’ispirazione viene dal mondo che mi circonda, da ciò che vedo e che vivo, dalla mia esperienza come essere umano ed artista.
Secondo me oggi più che mai un’artista ha il dovere di affrontare alcune tematiche profonde, viviamo in un’ epoca difficile e di degrado psicologico e culturale, usare l’arte come mezzo di comunicazione non è una novità, lo si è sempre fatto; l’arte e l’artista parlano del proprio tempo.
Mi guardo intorno, ascolto il mondo e osservo moda cultura e società, cercando di essere all’avanguardia, ma senza giudizio, indicando attraverso la mia arte, una via, non per forza giusta o sbagliata, ma più che altro un punto di vista su cui riflettere. La mia Arte può anche non piacere, ma non può lasciarti indifferente.
Collegandoci alla domanda precedente, ci puoi raccontare del tuo progetto “Never Perfect”?
Sì assolutamente, anche il progetto NEVER Perfect nato nel 2017, ha una correlazione profonda con la vita è la società contemporanea.
Per me l’arte è diventata un mezzo di comunicazione ed educazione, con NEVER PERFECT affronto in tema della violenza di ogni tipo fisico e psicologico, un tema delicato che ho personalmente vissuto. Io stessa sono stata vittima di violenza e per conseguenza ho combattuto per 20 anni con malattie come bulimie e anoressia, ad un certo punto, ho deciso di rompere il silenzio e parlare di questa tematica del dolore. Perché la violenza non fa differenze di razza, di colore, di sesso, di età , è qualcosa che può colpire all’improvviso e ti cambia la vita.
Così ho deciso di raccontare, con un primo ciclo di otto opere di grandi dimensioni tale tema, attraverso l’Arte mi sono resa simbolicamente donna del dolore con l’intento supremo di mandare un messaggio positivo ed universale, perché voglio comunicare che, nella vita qualsiasi dolore può essere trasformato in qualcosa di diverso, addirittura di meraviglioso come l’Arte.
Oggi mi sto sempre più dedicando a questa parte produttiva, sto cercando di far conoscere il progetto, che è già stato presentato in diversi luoghi istituzionali e gallerie, attraverso la reale connessione con le persone, per esempio ho aperto una raccolta fondi libera, alla quale le persone possono partecipare attivamente.
In cambio della donazione, di qualsiasi entità, chi dona vedrà il proprio nome e cognome inserito sulla tela pittorica dell’ultima opera che chiuderà la seconda fase del progetto NEVER PERFECT e che presenterò nel 2020.
Il nome e cognome dei donatori e sostenitori, quindi, sarà immortalato sulla tela sarà parte del dipinto, voglio creare così un’opera comune contro la violenza.
Credo inoltre che per raccogliere altri fondi deciderò di mettere all’asta qualche mio disegno, quindi seguitemi!
Intanto sono all’opera con la seconda fase di NEVER PERFECT, una serie di opere dedicata al tema degli “imperfetti”, dei disabili, dei deboli, perché io stessa mi sono sentita imperfetta per tutta la vita.
Insomma, non mollo mai!
Credo fermamente che l’Arte sia un mezzo potente.
Vi sono degli artisti contemporanei e non che apprezzi particolarmente e che hanno inciso in qualche modo sul tuo approccio creativo? Se sì come?
Devo dirti che dell’arte contemporanea vedo e osservo molto, ma nessuno mi è, al momento, entrato nel cuore, molti sono bravissimi, hanno anche grande tecnica, ma preferisco farmi guidare sempre dai grandi, Michelangelo, Caravaggio, Botticelli, Leonardo, per quanto ciò che realizzo sia apparentemente e visivamente distante dalla loro creatività, in realtà non faccio che pensare al loro lavoro per trarre ispirazione.
Contamino forme scultoree pittoriche con più influenze artistiche, Street Art, grafica, fumetto, ma non ho mai studiato a tavolino il mio segno pittorico, mi è venuto naturale lasciando confluire ai pennelli tutta la conoscenza che ho e che apprendo, perché l’Arte non la scegli, ti sceglie.
Osservo e metabolizzo, ma nell’arte contemporanea credo ormai non si possa creare nulla che non si sia già visto, la vera differenza la può fare solo la personalità dell’artista.
Lavori ed esponi non solo in Italia, ma in molti altri Paesi. Quanto queste esperienze hanno inciso sul tuo lato artistico?
Sì ho lavorato ed esposto molto all’estero, con gallerie da New York a Miami, poi in Francia a Berlino, per me viaggiare e confrontarmi è indispensabile.
Dal 2017, devo dire che mi sono un po’ fermata in Italia, proprio per il progetto NEVER PERFECT, però l’estero mi manca molto e ci tornerò. Il mondo fuori è pieno di possibilità e persone, di influenze e creatività, qui in Italia, devo dire, con amarezza, che testa poco.
Io ho una visione cosmopolita, anche nell’Arte, quindi rapportarmi con un mondo mentalmente fermo è difficile.
L’arte moderna nel tempo sta raggiungendo una importanza rilevante anche in Italia. Cosa pensi manchi al pubblico italiano per raggiungere la mole di interesse che in altri Stati, europei e non, è già consolidata?
Mi hai fatto una domanda bellissima, vedi, secondo me, l’Italia è la culla di una cultura incredibile, ma che si è arrestata nella sua crescita, restando ancorata al classico, o al massimo spingendosi all’Arte Moderna. Ci siamo “seduti” su un trono, pensando che arte e cultura non debbano essere nutriti e approfonditi, attraverso le nuove correnti e le nuove contemporanee realizzazioni artistiche.
Ancorati ad un passato, non diamo spazio al futuro che è la nostra forza.
Manca l’educazione all’Arte stessa, qui un artista non ha neanche ancora una vera identità sociale, in molti Paesi Esteri l’artista è riconosciuto ed addirittura aiutato dallo Stato, perché l’Arte è il vero strumento attraverso cui puoi misurare “la cultura” di un popolo; i greci e le antiche civiltà insegnano!
Al pubblico italiano manca la spinta costruttiva verso il nuovo, il diverso, il non conosciuto, ha dimenticato la curiosità, il confronto accrescitivo, ma questo temo non solo per l’Arte.
Ma nulla è perduto finché l’Arte esisterà.
Grazie a Lucia Ferrara per la disponibilità nel raccontarci la sua esperienza artistica.
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